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Prendersi cura della propria energia

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Dopo un anno così difficile come il 2020, invece di pensare ai buoni propositi per il 2021 e a nuovi progetti, vi propongo di pensare a voi stessi, e di prendere a cuore la vostra salute mentale e fisica come progetto.

È passato molto tempo da quando è iniziata la “nuova normalità” e non possiamo fare previsioni su come continuerà ad evolversi nei mesi a venire. Siamo costretti ad affrontare una sorta di eterno presente in cui non possiamo semplicemente “resistere” fino a quando tutto questo – qualunque cosa “questo” sia – passerà. Ci resta solo la realtà di ogni giorno da integrare e questo definisce la necessità di un nuovo approccio e nuove strategie, da adottare per rispondere e vivere appieno la nostra esperienza presente. Una delle cose principali che abbiamo notato è come tante persone si sentano sopraffatte e scollegate dalla mancanza di confini tra vita personale e professionale, ora che il lavoro a distanza è la regola. Devono destreggiarsi tra le esigenze di bambini, partner, faccende e riunioni video, telefonate, e-mail, impegnativi lavori intellettuali, rispondendo a queste diverse dimensioni che non si sono adattate, ma semplicemente sovrapposte in un continuum di interruzioni, distrazioni e multitasking forzato. È sempre più difficile concentrarsi, essere presenti a ciò che stiamo facendo senza che la nostra attenzione sia richiamata da così tante altre cose, spesso non correlate. Inoltre, la mancanza di interazione umana di persona e la quantità senza precedenti di tempo passato sullo schermo contribuiscono a creare una “bolla virtuale” che affatica il nostro corpo e il nostro cervello, il quale, per la prima volta, ha costantemente e continuamente bisogno di abitare due diversi “spazi”. Quindi come ricentrarci? Come sostenere la realtà presente in modo sano e come preservare e investire le nostre energie? Come sentirsi ricaricati invece che svuotati?

La cura di sé è la risposta necessaria. E questo non significa solo “riposare”, ma creare un sistema sostenibile, unico per ogni persona che la farà sentire bene e preserverà la sua energia, attenzione e spazio personale, in modo che ogni attività in cui si impegnerà, sarà condotta in modo consapevole e salutare.

Potrebbe sembrarvi assurdo parlare di queste cose subito dopo un periodo di vacanza, ma, se ci pensate bene, questo è il momento giusto per riflettere su voi stessi, proprio perché essendo più riposati, potete prestare più attenzione a questi segnali di fatica.

Vediamo insieme i tre passi che permettono di prendersi cura di sé stessi e al contempo continuare a essere performanti al lavoro.

Primo passo: rendersi conto quando il “vaso è troppo pieno”

Spesso, presi dal ritmo delle sollecitazioni professionali e personali, evitiamo di renderci conto che siamo semplicemente stanchi e andiamo avanti. Finché ad un certo punto non ne possiamo più, adottiamo strategie di fuga e abbiamo reazioni del tipo “non me ne importa più niente”; “voglio cambiare azienda”; “voglio una vita nuova”. Oppure, a causa della fatica, ci ammaliamo.

Vediamo quali sono i segnali a cui prestare attenzione:

  • Una mancanza di interesse per il vostro lavoro
  • Mancanza di energia
  • Frustrazione
  • Stanchezza
  • Fatica
  • Mancanza di concentrazione
  • Dolore: schiena, spalle, intestino …
  • Sonno di qualità scarsa (vi svegliate ancora stanchi)
  • Difficoltà ad addormentarsi o risvegli a metà notte
  • Atteggiamento / comportamento aggressivo
  • Insofferenza o stizza di fronte a piccoli contrattempi quotidiani
  • Desiderio di stare da soli, superiore alla vostra abitudine
  • Poca voglia di interagire in riunione, anche quando pensate di avere buone idee
  • Ruminazioni sul passato

 

Chiedetevi se di fronte a queste manifestazioni avete un atteggiamento da “guerriero/a” o piuttosto da “guaritore/guaritrice”.

Talvolta sforzarsi troppo o tenere duro “costi quel che costi” per fronteggiare la moltitudine di stimoli (atteggiamento guerriero) ha un prezzo da pagare nel medio termine perché il nostro corpo ci richiama all’ordine con sintomi fisici che ci obbligano a fermarci.

Ma, mi direte, se faccio attenzione alla mia fatica, come faccio a svolgere tutte le mansioni della mia vita quotidiana? Come faccio ad andare avanti? Perché il mondo non si ferma certo se io mi sento affaticato/a!

Vediamo insieme gli altri due passi per, giustamente, prevenire la famosa goccia che fa traboccare il vaso.

Secondo passo: ricaricarsi e riconsiderare

Quando ti trovi di fronte a situazioni difficili, è importante prendere due minuti per riconsiderarle e rispondere in modo appropriato, piuttosto che reagire d’impulso.

Comincia con l’individuare se la situazione genera emozioni negative. Se questo è il caso, ti invito a ricaricare la tua energia con cinque inspirazioni e cinque espirazioni regolari. Dare ossigeno al tuo corpo e alla tua mente, aiuterà a schiarirti le idee e a ricaricarti in modo semplice. Mentre respiri, ti invito a pensare a un’immagine o a un momento positivo della tua vita, indipendentemente dalla situazione presente. Può essere un momento piacevole con la tua famiglia o con dei cari amici, magari in vacanza, oppure un momento in cui hai potuto assaporare un bel paesaggio. Questo esercizio è molto semplice da fare in qualsiasi situazione: in riunione come durante una conversazione, senza che nessun altro noti che lo stai svolgendo.

Una volta schiarite le idee, ti invito a riconsiderare la situazione, rispondendo a queste semplici domande:

  • Qual è il mio ruolo in questa situazione?
  • Cosa ho voglia di ottenere qua ed ora?

 

Terzo passo: stabilire i tuoi limiti

Questa facoltà è particolarmente utile di questi tempi, quando la vita privata e la vita professionale si confondono a causa dello smart working.

Quando hai due minuti, rifletti su questi punti:

Luogo di lavoro

Fai delle scelte:

  • Quali sono i limiti di tempo della giornata in cui una parte della tua casa diventa un “ufficio”?
  • Quando invece deve ritornare ad essere uno “spazio domestico”?
  • Certo, è inutile pensare di mettere orari completamente fissi. Ma è utile fissarsi dei limiti di orari per avere un reale spazio personale, senza che questo sia completamente invaso dallo spazio professionale.

 

Persone

  • Chi sono le persone che ti ricaricano?
  • Chi sono le persone che ti svuotano?
  • E’ utile fare questa distinzione per soffermarsi a riflettere se sei più in compagnia di persone che ti “svuotano” o di persone che ti ricaricano e, anche qua fare scelte per ricreare un equilibrio ove fosse necessario.

 

Piacere

  • Quali attività ti piacciono?
  • Quali attività non ti piacciono?
  • Come per le persone, ti invito a soffermarti per fare un bilancio delle tue attività e, se necessario, mettere dei sani limiti alle inevitabili attività che non ti piacciono.

 

Recentemente ho avuto una conversazione interessante con una mia cliente che dopo aver fatto questo esercizio si è resa conto di quanto vitale per lei fosse di avere una vita più equilibrata. Ha deciso di fissarsi degli orari di lavoro, invece di lavorare fino a tardi con l’illusione di finire tutto. E soprattutto ha cominciato a svolgere attività extra lavorative che la rigenerassero come per esempio andare una volta alla settimana a farsi fare un massaggio e fare una camminata di almeno mezz’ora al giorno. Ne ha tratto immensi benefici quanto alla sua capacità di prendere decisioni utili al lavoro e alla sua efficienza. Questi risultati hanno in larga misura contribuito ad accrescere il suo benessere e la sua fiducia in se stessa.

Come augurio quindi, in questo inizio d’anno ti invito prenderti cura di te e trovare strategie utili per mantenere e ricaricare la tua energia. Buon anno e buon lavoro!

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