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L’importanza di lasciar andare

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La maggior parte di noi è maturata con l’idea che avere le cose “sotto controllo” fosse la strada da percorrere. Che dovevamo lottare per i nostri obiettivi con tutte le nostre forze, e che questo ci avrebbe reso felici. Che, in particolare per le donne, dovevamo essere in grado di gestire tutto, aiutare tutti e far funzionare tutto. Che per dimostrare il nostro valore dovevamo raggiungere certi risultati, e che questi risultati non erano mai abbastanza.

Nessuno ci ha insegnato che nel bel mezzo di questa corsa abbiamo bisogno di fermarci e valutare, per capire se quello che stiamo facendo è ancora in linea con quello che siamo. In questo momento, sia nel lavoro che nella vita personale, vedo troppe persone sull’orlo di un esaurimento nervoso per credere ancora che possiamo tenere sotto controllo la nostra vita. Abbiamo bisogno di volta in volta di guardarci dentro per assicurarci che ciò che stiamo facendo ci faccia sentire bene e sia veramente importante per noi.

Troppi di noi agiscono sulla base della convinzione radicata che dobbiamo a tutti i costi mantenere ciò che abbiamo e lottare per ciò che vogliamo, ma sembra che in questo momento ci sia un’altra lezione da imparare: l’importanza di lasciar andare.

COME NON FARE NULLA A VOLTE RISOLVE TUTTO

Se ti dicessi “non agire”, “non controllare”, “lascia andare”? A me fa paura. L’idea di lasciare che le cose accadano davanti ai miei occhi senza che io intervenga mi spaventa. Allo stesso tempo è una tentazione molto potente perché, al di là della paura, posso percepire una promessa di libertà, rilassamento e l’opportunità di sollevarmi da un pesante senso di responsabilità. È un pensiero eccitante e, soprattutto, “profuma” di verità.

Ovviamente c’è quel rischio inespresso che, per la maggior parte, non siamo così disposti a correre: le cose potrebbero andare diversamente da come vorremo. Ad esempio, le persone potrebbero commettere errori che avremmo potuto prevenire o potrebbero verificarsi cambiamenti inaspettati. Non ci fa sentire sicuri, vero? Ma è davvero peggio di voler tenere tutto sotto controllo?

Vi siete mai chiesti cosa comporta essere sempre quelli che raccolgono i pezzi e li rimettono insieme? Qual è l’impatto del nostro “far funzionare le cose” e quali sono le conseguenze di “prendersi cura” di qualcosa costantemente?

Le circostanze potrebbero verificarsi come vogliamo noi, almeno per un po’, ma a quale costo? Nel campo di battaglia dell’azione preventiva e del controllo, spesso la crescita, le opportunità, la creatività e l’innovazione sono quelle che pagano le spese, così come il nostro benessere e la nostra tranquillità.

Quindi, forse vale la pena esplorare un’altra strategia alla ricerca di un equilibrio tra intervenire e fare un passo indietro.

NON FARE COME FORMA DI EMPOWERMENT

Dare potere a sé stessi

Un “non fare” cosciente è un modo per dare potere a te stesso e agli altri. Non intervenendo e lasciando che le cose facciano il loro corso ti concedi spazio e tempo; ti dai il permesso di recuperare un’energia che altrimenti verrebbe consumata dalla tua lotta per il controllo. Facendo un passo indietro, ti concedi la possibilità di guadagnare prospettiva e l’opportunità di osservare, di aprirti e lasciare che si presentino nuove intuizioni.

Cerca di connetterti con il tuo corpo e la tua mente quando sei preso dal “fare in modo che qualcosa accada”. Ciò che è probabile emerga è una sensazione di pressione, tensione, adrenalina, che sono i sintomi di una mente rigida e di una visione limitata. Si rimane bloccati nella corsa verso un obiettivo senza rendersi conto che arrivare all’obiettivo non è l’unica cosa importante.

Se riusciamo a lasciar andare – che non vuol dire cadere nella noncuranza – diamo l’opportunità agli eventi di fluire e possiamo imparare da ciò che accade, ricaricarci e tornare ad affrontare la situazione con nuove idee. Quando siamo unicamente concentrati nel fare le cose a modo nostro, ci priviamo dell’esperienza di esplorare altre strade. È importante sapere cosa si vuole ma bisogna fare attenzione a non confondere l’obiettivo con la strategia per arrivarci: per ogni meta ci sono molti percorsi.

Lasciar andare ci regala flessibilità. Ci fa rendere conto che non abbiamo bisogno di dirigere continuamente le cose in una direzione o nell’altra per evitare una catastrofe. C’è sempre la possibilità di recuperare e reindirizzare, magari in un percorso diverso e ancora più fruttuoso di quello a cui avevamo pensato in precedenza.

Lasciare la presa ci apre a un diverso rapporto con il tempo, diminuendo quel senso di urgenza che così spesso è responsabile di decisioni affrettate e azioni inappropriate.

Infine, lasciarsi andare aumenta la fiducia nella vita e negli altri e riduce la solitudine. Ci fa capire che le cose hanno un loro modo di risolversi e che spesso le condizioni non sono così critiche come si pensava. Riduce la solitudine perché si condivide il potere così come le responsabilità. E anche se a volte potresti effettivamente sapere qual è la miglior cosa da fare, vale davvero la pena affrontare lo stress da solo? Forse se lasci andare il controllo la situazione potrebbe rivelarsi non così perfetta ma in compenso offrire un’esperienza più divertente e illuminante.

Dare potere agli altri

Quando lasci le persone libere di sperimentare e imparare dai loro errori, dai loro potere, insegnando loro a fidarsi di sé stessi e facendo arrivare il messaggio che li ritieni capaci di prendere decisioni ragionevoli per sé stessi e per gli altri.

Dare agli altri la libertà di fare le proprie scelte, nei loro tempi, è una forma di amore e rispetto.

Tuttavia, una cosa da non perdere di vista è continuare ad offrire supporto e guida quando necessario. Soprattutto per i leader, è giusto lasciare che i collaboratori sperimentino, propongano e trovino le loro soluzioni, ma è altrettanto importante sentire che i loro manager ci sono per aiutarli e dare un feedback quando ce n’è bisogno.

Quello che si punta ad ottenere è un equilibrio tra libertà e presenza. Si tratta di lasciare il controllo e avere fiducia nella capacità dell’altra persona di crescere dai propri errori e prendere buone decisioni. Ognuno impara seguendo il proprio processo, quindi dobbiamo fidarci che gli altri siano in grado di prendersi cura di sé stessi a meno che si presenti un pericolo reale.

Ovviamente ci saranno situazioni in cui gli approcci più “avventurosi” non troveranno posto e sarà necessario mettere in atto una strategia più rigorosa. La chiave è, come sempre, trovare un punto di equilibrio e farsi guidare dal buon senso volta per volta.

CONCLUSIONE

Una buona capacità di giudizio e azioni equilibrate derivano dalla saggezza, a cui ci si avvicina dandosi lo spazio per fare un passo indietro e osservare, aggiungendo questo tipo di conoscenza alla nostra esperienza diretta. Inoltre, una mente più rilassata e aperta prende decisioni migliori. Se all’inizio può sembrare difficile lasciar andare, proviamo a perseverare. La ricompensa sarà un senso di leggerezza, fiducia e possibilità che si rifletterà in come ci presentiamo e ispirerà gli altri.

Scritto da Anna Gallotti & Selika Cerofolini

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