Questo mese, ti propongo un modo diverso di vedere e di praticare l’efficienza. Se sei pronto, ecco alcune domande per iniziare:
- ​Hai mai sperimentato stati d’animo che non sai bene definire e sono a volte un misto di gioia e di tristezza, o frustrazione e soddisfazione?
- E, poiché questo sentimento é troppo ricco di sfumature, lasci stare il tentativo di definirlo e di cercare di capirlo?
- Ti é capitato di provare dolorini fisici, ma di non prestarvi attenzione perché sono solo fastidi?
Questi sono i segnali sottili del nostro animo e del nostro corpo.
Perché ti parlo di questi segnali in apparenza cosi lontani dall’efficienza?
Perché più riusciamo a rilevare e identificare questi segnali sottili, più aumentiamo le nostre possibilità di comprendere situazioni esterne a noi nelle loro sfumature e sottigliezze. Ciò che percepiamo al di fuori è uno specchio di ciò che siamo in grado di percepire in noi.
In un mondo sempre più complesso e veloce la capacità di rilevare i segnali sottili diventa sempre più cruciale. Possono concretizzarsi in un incontro di sguardi durante una riunione; nell’osservazione delle reazioni di un dipendente che non ha il coraggio di esprimere una buona idea che risolverà un problema; in una sensibilità per ciò che sta accadendo sul nostro mercato di riferimento, che si tradurrà in azione per uscire da una situazione difficile, e così via.
Sono d’accordo che vado un po’ contro corrente nel proporti di cogliere le sfumature, in un mondo in cui le potremmo considerare inutili perché domina l’idea, erronea, che per risolvere un problema debba essere applicata UNA soluzione il più rapidamente possibile e senza troppo soffermarsi su stati d’animo o sottigliezze.
Quanti errori potrebbero essere evitati se ci attardassimo, anche solo pochi istanti, per portare l’attenzione ai segnali sottili?
A livello interpersonale, quante volte sarebbe più efficiente per risolvere una situazione di conflitto, l’osservare gli stati d’animo altrui nelle loro sfumature, per capire che in realtà c’è stato un malinteso?
A livello organizzativo, quante idee e soluzioni poco costose sono andate perdute per non avere ascoltato validi collaboratori che, lavorando sul terreno, vedono le situazioni meglio di noi?
Se si guarda da vicino, le occasioni mancate sono numerose.
Come si fa a esercitarsi per cogliere i segnali sottili?
Come ho detto in precedenza, più sappiamo rilevare e definire verbalmente ciò che accade in noi, più abbiamo la possibilità di applicare questa sensibilità verso le persone e il mondo che ci circonda.
Ti invito, quindi, a sfruttare il periodo estivo, più calmo al lavoro e occasione di ferie per molti, per fare un po’ di pratica:
• Quando senti un dolore in qualsiasi punto del corpo, invece di prendere subito un analgesico, cerca di capire il messaggio del tuo corpo: ti sta dicendo di alleggerire la tua dieta? Oppure ti segnala che sei stanco e che quando ti rilassi, tutta la fatica invernale viene fuori e hai bisogno di riposarti, invece di programmare mille attività.
• Quando provi una tensione rispetto a una situazione o una persona, invece di dire che è colpa di quella persona, del tempo, o delle circostanze, cerca di vedere la vera ragione per cui senti questo disagio e l’effetto che ti fa su di te.
• Di fronte a un evento, invece di passare subito all’azione, prendi il tempo per osservare con attenzione ciò che sta accadendo intorno a te e/o ascolta gli altri.
La capacità di cogliere i segnali sottili è presente in ognuno di noi fin dalla nostra nascita. Crescendo, l’abbiamo messa in sordina in seguito ai condizionamenti del mondo esterno e alla nostra educazione.
Allora perché non approfittare di questi momenti estivi di relax per imparare ad usarla? In realtà, per molte situazioni, è solo una questione di pratica.