Quando ho iniziato la mia carriera di coach ho avuto la fortuna di avere un supervisore di fama mondiale, di grandi qualità concettuali e valore umano: Carlo Moiso (1945-2008).
Tra le diverse teorie che mi ha insegnato, spicca quella delle “5 i”, che vorrei illustrarvi in questo articolo e in quelli dei prossimi mesi per il suo notevole impatto nelle nostre vite di tutti i giorni in campo personale e professionale.
La seconda « i »: l’inadeguatezza dell’uomo
Già immagino reazioni quali “Inadeguato rispetto a cosa?”; oppure ” Non sono inadeguato, io sono pienamente competente nel mio lavoro!”; o anche” è ovvio che siamo inadeguati, nessuno è perfetto”. Tutto ciò è vero.
L’uomo è dal punto di vista dell’evoluzione della specie, un perfetto esempio di adattabilità della natura: il nostro corpo e il nostro cervello ci hanno permesso di evolvere e cambiare il mondo a livelli impensabili, sempre più velocemente. Eppure oggi, mai come prima si parla di “adattabilità”, “flessibilità”, “resilienza”, ma anche “complessità”, “stress”, “burnout” …
I diktat della perfezione nella nostra società
Oggi più che mai, le aziende sviluppano programmi di leadership che definiscono comportamenti “ideali” a cui i dipendenti devono conformarsi. Questi comportamenti spesso includono concetti che portano sulla gestione della complessità, l’adattabilità, la reattività, l’empatia, la condivisione tra colleghi, l’introduzione di soluzioni innovative, ecc.
Come le aziende, la società definisce un modello ideale a tutti i livelli: dobbiamo riuscire nel nostro lavoro, essere genitori perfetti, riuscire la nostra vita di coppia ed essere in buona salute fisica. Fin dall’infanzia e per tutta la scolarizzazione, anche i nostri figli si trovano ad affrontare questa stessa ricerca di ideale assoluto: devono riuscire a scuola, praticare con agilità almeno uno sport, la musica, essere in grado di parlare almeno due o tre lingue, frequentare corsi all’estero, ecc.
Il “tutto in uno” è d’obbligo per avere successo nella vita: una persona DEVE avere conoscenze complete E un modo di essere perfetto E essere un modello esemplare.
L’illusione del super potere…
In questo clima di tensione, la fuga in avanti verso la perfezione dà l’illusione che non ci sono limiti e che possiamo diventare super potenti. È vero che è stimolante e utile avere una tensione ad un ideale. Tuttavia la seconda “i” Carlo ci rammenta la nostra inadeguatezza strutturale rispetto a questo ideale, anche se è difficile da accettare:
- Noi non siamo degli ideali, siamo reali.
- La realtà non corrisponde mai al 100% all’ideale.
- Se riuscissimo a essere veramente perfetti, cosa ci rimarrebbe da migliorare nostra vita
L’illusione della perfezione…
In realtà, tutti sanno questa verità universale per cui la perfezione non esiste. Ma noi ci accaniamo a voler raggiungere questa illusione di perfezione e a volere ammirare persone che costituiscono modelli perfetti di successo.
Questi modelli di vita o questi grandi leader, queste “superstar” non sono in realtà perfette, ma hanno due segreti che ci danno l’illusione della perfezione:
- Sanno meglio di altri nascondere la loro inadeguatezza.
- Sanno meglio di altri valorizzare al massimo le loro qualità.
Abilità nel nascondere la propria inadeguatezza: vantaggi e inconvenienti
Il grande vantaggio di sapere nasconde la propria inadeguatezza è di dare l’illusione di essere potenti e perfetti in qualsiasi situazione. Questa capacità può essere molto utile in determinate circostanze: quando bisogna trattare con i clienti per vendere un prodotto o un servizio, durante una crisi al fine di rassicurare i collaboratori e quando c’è bisogno di motivarli per andare avanti…
Ma c’è un inconveniente: l’ascesa nella gerarchia o il diventare un esperto insostituibile rischiano di farci dimenticare che siamo inadeguati per natura. Ci danno così l’illusione di onnipotenza e rischiamo cosi di confondere la maschera sociale con la realtà.
Questa illusione costituisce un rischio considerevole, perché ci fa perdere due risorse che sono alla base di ogni rinnovamento interiore e della forza vitale che ci spinge a progredire, in contrapposizione al riposarsi sugli allori pieni dei nostri successi:
- L’umiltà: la capacità di accettare i propri errori in modo che possano diventare fonte di apprendimento;
- La consapevolezza del valore dell’altro: gli altri sono importanti per progredire e offrirci nuove risorse.
La conseguenza negativa di questa capacità a nascondere la propria inadeguatezza e crederci perfetti, è la solitudine a lungo termine. Infatti, chi vuole condividere la propria vita, il proprio lavoro con una persona che sostiene di sapere tutto e fa intendere agli altri che non sono all’altezza per contribuire a migliorare la sua vita, il suo lavoro? La solitudine non significa solo essere fisicamente soli: possiamo essere circondati da molte persone che ci ammirano, ci rispettano e ci temono. La solitudine cui alludo è più profonda e si rivela attraverso indicatori concreti:
- spendere molto più tempo per convincere i propri collaboratori, imporre le proprie idee piuttosto che: ascoltare, fare domande, condividere i loro dubbi;
- riprodurre lo stesso funzionamento anche a casa: concentrarsi sul proprio confort di vita, non vedere i problemi, non volere vedere che il proprio figlio ha problemi a scuola o non ha nessuna voglia di studiare pianoforte o fare sport e continuare a rimproverarlo perché ” può fare di meglio, ” imporre più che ascoltare e condividere perché questo modo di funzionare è molto più veloce ed efficiente.
La nostra illusione di perfezione può addirittura renderci incapaci di percepire questi indicatori: l’accecamento della corsa alla perfezione a qualsiasi prezzo può portarci molto lontano…
Valorizzare la nostra unicità
Analizziamo ora la seconda risorsa che abbiamo per dare l’illusione della perfezione: valorizzare al massimo le proprie qualità. Carlo Moiso sosteneva che ognuno è UNICO. Ognuno di noi è costituito da un’alchimia unica di grandi qualità e difetti come nessun altro al mondo. La nostra unicità è composta dai nostri talenti naturali, le nostre competenze ed esperienze.
Trovare la nostra unicità è il segreto per imparare ad accettarci come siamo, avere una piena consapevolezza dei nostri punti di forza e limiti, per costruire gradualmente il nostro “marchio”. Le nostre esperienze sono lo strumento più prezioso per creare la nostra unicità nel tempo, a patto che sappiamo imparare dai nostri errori e dai nostri successi e che impariamo a considerarli con umiltà, affinché diventino i mattoni della nostra costruzione di identità unica.
A questo proposito, spesso esprimo ai manager un consiglio che li stupisce: accettate la possibilità di sbagliare, abbiate il coraggio di guardare in faccia i vostri errori e imparare da loro, a una condizione: siate creativi, non ripetete sempre gli stessi errori, il che significherebbe non avete saputo considerarli con coraggio, e imparare da loro.
Domande da porsi per costruire un percorso a nostra immagine
La cultura occidentale attuale ci spinge verso una strada unica e ideale: innalzati nella gerarchia aziendale, assumi responsabilità manageriali, lavora di più, guadagna di più, fai di più di tutto.
Che queste aspirazioni siano realmente le nostre oppure no, è importante porsi domande di fondo nei momenti chiave della nostra carriera: promozione, cambiamento di lavoro, licenziamento, dimissioni, creazione della propria impresa, grande svolta professionale …
- Corrispondenza con la mia unicità: sono davvero tagliato per questo lavoro? Mette in luce la mia unicità?
- Corrispondenza con le mie motivazioni profonde: lo voglio davvero?
- Corrispondenza con il mio equilibrio vita: fare questo lavoro corrisponde alla mia fase della vita?
Conclusioni
Rispondere a queste domande ci permette di rimanere consapevoli e in sintonia con la persona che siamo veramente e di portarci profondi benefici per le scelte che facciamo. E ‘in questo senso che la seconda “i” di Carlo Moiso è stata concepita: cessiamo di lottare costantemente per la perfezione assoluta, accettiamoci per quello che siamo, valorizziamo la nostra unicità imperfetta per realizzarci nella nostra vita, in armonia con gli altri e con mondo che ci circonda.